10.4.10

La colonizzazione dell'immaginario

Pubblico qui il breve intervento critico del mio amico Matteo Cavezzali, critico d'arte e giornalista.

Vacon Sartirani: la colonizzazione dell'immaginario

La lezione di golf ©© Vacon Sartirani 2008
Solo due anni fa Vacon Sartirani mi aveva mostrato i suoi primi lavori: come toccato da una folgorazione (probabile prodotto di un misterioso fascino per certe branche della biologia e dell'anatomia) mi mostrava una grande quantità di disegni: dallo stile un po' acerbo se paragonati ai lavori odierni, fatti con dei pennarelli su carta da fotocopie, raffiguravano una moltitudine di personaggi tratti dal contesto quotidiano (ricordo bene un anziano in compagnia del nipote, un bimbo sul triciclo…) i quali però avevano una caratteristica per lo meno inquietante: ogni corpo era stato sostituito da "colonie nerborute di escrescenze ipertrofiche, inclassificabili e pulsanti” (come le definì poi Erica Bellomi), capaci di stimolare contemporaneamente fascino e ripugnanza. Vacon stesso mi confermò poi che era ben deciso a non raffigurare "alcunché di umano" e mi confessava il gusto immenso che provava nel sabotare il meccanismo psicocognitivo che ci impone di individuare volti e altre caratteristiche umane anche dove queste sono assenti.

Che ©© Vacon Sartirani 2008
Ben presto tale sfida lo portò a quello che utilizzando il gergo informatico chiamerei un lavoro di hackeraggio mentale: le sue "escrescenze tentacolari" abbandonarono il contesto quotidiano per violare i volti dalle icone della cultura contemporanea: da Topolino al Papa, da Elvis a Hitler. Nella sovrapposizione, inevitabile, dei due registri (quello immanente, alieno, perturbante, con quello del volto impalpabile ma persistente che l'inconscio collettivo ci obbliga a sovrapporre alla nota icona - supponiamo - del Che) Vacon denunciava un filo scoperto, una falla nel nostro sistema iconico, tramite cui le sue creature parassitarie erano riuscite ad entrare ed a proliferare, come una sorta di virus. Ormai il gioco era stato svelato, e Vacon era pronto ad affilare le armi per una sfida più grande.

The fingers cooking accident ©© Vacon Sartirani 2009
Ritrovatesi così all'interno del sistema iconografico, le escrescenze di Vacon hanno cominciato da subito ad interagire febbrilmente con l'ambiente circostante generando comunità sempre più invadenti di ibridi infestanti. Sono giunto alla conclusione che sia possibile individuare una sorta di strategia di conquista: Vacon utilizza l'ironia come un cavallo di Troia per insinuarsi in zone dell'immaginario estremamente fertili ma private, ostili o poco accessibili (come il sesso, o la religione, il mito, la storia…). Una volta dentro, lascia che il seme della sua immaginazione popoli di creature indescrivibili tale ambiente procedendo ad un'inarrestabile colonizzazione dell'immaginario visivo, che turbi violentemente l'ecosistema iconografico esistente.

Giacobbe che lotta contro l'angelo ©© Vacon Sartirani 2010
E' per questo che i suoi più recenti lavori su tela raffigurano un inedito contatto tra le sue indicibili "creature" ed una razza di personaggi assai familiari, dalle fattezze di cartoons disney anni '30: un incontro ravvicinato tra popoli diversamente eppure ugualmente alieni, collocata esplicitamente nei territori del Mito. Lo sbarco è avvenuto, l'infestazione è in atto, anche i ruoli si fanno sempre più indefiniti (sono forse i cartoons i veri usurpatori di un territorio vergine?). L'esito di questa e di altre battaglie è ancora tutto da definire, ma di certo, conoscendo Vacon, sarà all'ultimo sangue…

Matteo Cavezzali
(critico d'arte e giornalista)
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